Sniffin’ Glucose Contingent

Sniffin’ Glucose è un luogo dove chi scrive finge di parlare di altro – musica in special modo – ma in realtà parla di se stesso. Ed è un posto dove chi scrive di se stesso alla fine – invariabilmente e inevitabilmente – finisce con il parlare di altro. Soprattutto di musica ça va sans dire.

Lo scopo di queste pagine è quello di mantenere un diario degli accadimenti personali.
Elenchi di cose, impressioni e stati d’animo per non dimenticare il passato e mettere ordine nel presente.
Il nome è rubato ad una delle più influenti fanzine della storia della musica rock: Sniffin’ Glue che a sua volta fu ispirata da una canzone dei Ramones, il gruppo che ha saputo dimostrare come l’adrenalina possa scorrere a fiumi, trascinata da una canzone di due sole note.
E possa continuare a scorrere per una vita intera.

Più di tre persone fanno folla, e nulla si può dire allora che valga la pena.

Cesare Pavese, La spiaggia, 1942

Arturo Compagnoni
Art bioDj residente fisso al Covo Club di Bologna d’inverno, trasloca in Romagna d’estate sotto la tettoia dell’Hana-Bi dove ormai si confonde con l’arredamento, giornalista musicale (collaboratore dal primo numero della rivista Rumore) e un lungo passato dietro il microfono della migliore radio alternativa di Bologna.
Ma sopratutto memoria storica della scena indie nazionale, con una lista impressionante di presenze a concerti di tutti i generi, in qualunque continente, in ogni tipo di club.
Voi chiedete e lui c’era, ha visto e si ricorda.
Tutto.
Dai Clash in piazza Maggiore ai più piccoli concerti del Covo quando ancora si chiamava Casalone.

Massimiliano Bucchieri
DSC02937Una pluriennale esperienza di conduzione radiofonica nelle cantine di Bologna e la lunga collaborazione con Rumore sono i suoi tratti pubblici.
Si narra di sue presenze ai festival inglesi quando ancora la moda dei festival era lontana e andarci aveva un senso pionieristico.
Ma sopratutto una passione continua e senza barriere per la musica.
Sempre sul pezzo, sempre presente.
Questo blog é nato anche con l’intento e la speranza di fargli impugnare la penna con continuità.
Impresa che sinora non è ancora riuscita a nessuno.

Cesare Lorenzi
533699_3340779850316_1130232174_nDal Sudtirolo a Bologna e ritorno, tra conduzioni radiofoniche storiche (Radio Città 103 e Stereonotte in RAI) e un passato da redattore a Rumore dove nel tempo ha intervistato tra i tanti gente come Bjork, Elliott Smith, Beck, Pixies in quelli che lui dice essere stati gli anni d’oro della rivista (e noi glielo lasciamo credere).
Poi si è stancato e si è ritirato sui monti, scendendo a valle solo per imbarcarsi in complicati viaggi in giro per il mondo alla ricerca dei concerti più improbabili. Per poi cambiare idea un’altra volta e tornare a scrivere per Rumore.
Ascolta musica sempre, in ogni situazione.
Si vanta di scoprire i gruppi prima degli altri due e di essere il più tecnologicamente avanzato.
Talmente all’avanguardia che ha deciso di farsi coinvolgere in un blog con un ritardo di almeno 10 anni.

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La Selvaggia Parata

Fabio Rodda
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Nasco a Feltre, provincia di Belluno nel 1977 – mentre in UK usciva Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols – sotto il segno della bilancia o del serpente se credete nell’astrologia cinese. Cresco a Pedavena, paese di campagna ai piedi delle Dolomiti.
Appena diplomato salto con tre amici sulla mia splendida Diane 6 azzurrino sbiadito (di lì a poco fusa in autostrada…pace all’anima sua) e sbarco nella mai vista Bologna.
Incontro subito l’Osteria dell’Orsa. Mi piacciono quei tavoli pieni di scritte, quella confusione, quell’anima punk… Ancora non sapevo che sarebbe diventata la mia seconda casa da studente e poi la mia attività.
Laureato, pubblico per Mimesis la versione estesa della mia tesi (Cioran l’antiprofeta – fisionomia di un fallimento), poi qualche altro lavoro chiesto da docenti o dal mio editore.
Grazie all’amico e maestro Giovanni Pierini, tengo anche un corso per l’Alma Mater: Filosofia della medicina. Bella esperienza, ma l’insegnamento e, soprattutto, l’università non è roba mia.
Scrivo da sempre: la prima volta ero nella macchina dei miei, la memoria è confusa ma so che giravo con un quaderno ed una penna. Andavo sì e no in prima media. Scrivevo un giallo (avevo dieci anni, potete perdonare), ricordo ancora il titolo: Castle Rock, citazione Kinghiana, per gli appassionati.
Da lì non ho mai smesso (maledizione, direte).
Dopo il mio primo romanzo – Gli infiniti possibili, Abaoaqu edizioni – e un volume scritto con tre amici – Già latteria, Pendragon edizioni – ho pensato bene di tormentarvi su due fanzine: SG e No Hope Kids.
Prossima uscita, Solo per i tuoi occhi blu. Febbraio 2016. Stay tuned.

Michele Benetello
28958329_10155061183506923_3647361973806432256_n Ex un po’ di tutto: milite ignoto nei Templebeat; collaboratore di varie riviste (Dynamo, Mucchio Selvaggio, Mucchio Extra, Sottoterra); pseudo mescidischi e remixer (un’uscita anche su Ze Records, ça va sans dire); accumulatore indefesso di 12”; ossessionato dagli Associates.
Nato nell’anno in cui i Beatles si esibirono al Vigorelli vivo da participio passato in mezzo a un gruppo funzionale costituito da due atomi di carbonio legati tra loro con un doppio legame, e tre atomi di idrogeno derivato dall’etene (etilene) per perdita di un idrogeno. Si chiama vinile.
Mai partecipato al Primavera Festival (fa curriculum). Però mi piacciono le conchiglie, i Fall, William Burroughs, i cani, l’inverno e Cindy Crawford. Se rinasco vorrei essere Johnny Dean nell’esatto istante in cui indossa la giacca da ussaro a Top of The Pops, sculettando su I’ll Manage Somehow.
Per ora mi accontento.

Massimo Sterpi
Massimo Sterpi-Foto TesseraNasce a Bologna nel 1970 ed è il più folk oriented dell’allegra brigata.
Quando gli altri sfoderano nomi come Television, Sonic Youth, Replacements e Pixies annuisce con rispetto ma poi va a casa e di nascosto ascolta i Fleet Foxes e Johnny Flynn.
Nel 2010 vengono addirittura divulgate voci maliziose sulla sua presenza a ben 3 live dei Mumford & Sons.
Non ha mai né confermato né smentito la notizia.
Nel maggio 2013 al Primavera Sound Festival cerca lo stage dove sta per esibirsi Lisa Gerrard ma sbaglia ora e luogo e si ritrova al live dei My Bloody Valentine.
Viene ritrovato a terra la mattina dopo in forte stato confusionale da un netturbino catalano.
Alla domanda “Chi sei ?” risponde “Daniel Johnston”
Da allora non si hanno più sue notizie, anche se qualcuno sostiene di averlo ancora visto seguire la programmazione di un cinema bolognese.

 

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