
Credo sia innegabile che per tutti esistano Passioni e passioni. Storie fondamentali che poi finiscono. Fiammate insane che bruciano nello spazio di poco tempo. Relazioni che durano tutta una vita anche se poi, dopo tutto, in nessun momento sono mai stati la “tua storia più importante”.
Ci sono due nomi che mi vengono in mente, ovviamente a livello personale, quando cerco di applicare all’ambito musicale questa teoria (esercizio tipico per chi alla musica ha assegnato una centralità nella propria vita per molti altri incomprensibile), i REM e i Blur.
Gruppi che mi hanno accompagnato nel tempo senza mai tradirmi e che hanno punteggiato fasi e momenti della mia vita ma senza essere mai, se non per brevissimi momenti, veramente imprescindibili.
Quando, nei giorni scorsi, è uscita la notizia del nuovo album dei Blur, atteso da anni, in questa overdose quotidiana di notizie, l’effetto è stato un po’ quello della lettera che estrai subito dalla pila, o la mail o il messaggio di whatsapp che vai a leggere per primo, una questione di sentimento sempre ben presente, o semplicemente di rispetto. E a un tratto mi sono tornati alla mente i particolari della nostra “relazione”.
Reading Festival 1991
Setlist: Explain, Bang, High Cool, Bad Day, Oily Water, She’s So High, Turn It Up, There’s No Other Way, Wear Me Down, Mr. Briggs, Slow Down, Come Together, Commercial Break
Damon con un caschetto biondo improbabile. Blur piazzati a metà pomeriggio, molto lontani dagli headliner Carter USM e James, con la stampa inglese che li da già per finiti.Io nel pratone con una compagnia improbabile a chiedermi perchè mi sono perso i Nirvana il giorno prima.
Reading Festival 1993
Setlist: Intermission, Popscene, Come Together, Colin Zeal, She’s So High, Sunday Sunday, Bank Holiday, Pressure On Julian, Commercial Break, There’s No Other Way, Chemical World, Coping, Parklife, For Tomorrow, Advert.
Una tenda imballata, il palco come un salotto. Modern Life is Rubbish. For Tomorrow che sembra Bowie. Euforia contagiosa. Un impressione di decollo imminente.
Factory, Milano 12/11/1994
Setlist: Lot 105, Coping, Jubilee, Popscene, Tracy Jacks, End Of A Century, Chemical World, Badhead, There’s No Other Way, To The End, Advert, Supa Shoppa, Parklife, Girls & Boys, The Debt Collector, Bank Holiday, This Is A Low
Parklife, l’apoteosi. Per una sera Milano mi sembra Londra. La Londra che non c’è più. Comprare Ep e magazines la sera tardi da Tower Records a Piccadilly, il Melody Maker, il Notting Hill Records Exchange…
Vox Club Nonantola (Mo), 14/3/1996
Setlist: Intermission, Popscene, It Could Be You, Charmless Man,Tracy Jacks, End Of A Century, Coping, To The End, Entertain Me, Jubilee, Mr. Robinson’s Quango, Globe Alone,Advert, Bank Holiday, Supa Shoppa, Country House – 1st Encore – Girls & Boys, He Thought Of Cars, Stereotypes, This Is A Low- 2nd Encore -Parklife – The Universal
Country House, la gazzarra con gli Oasis. Il Britpop degenera. The great escape. L’edonismo. Una sensazione di vuoto.
Taratata, Paladozza Bologna 1/3/1999
Può esistere qualcosa di più assurdo dell’accoppiata Blur/Grignani impegnati in mini show introdotti dal desaparecido Enrico Silvestrin a favore delle telecamere televisive? Non credo. Dalle gradinate amore per i Blur adulti di Beetlebum e Song 2 ma la classicità farlocca di Tender mi sconforta. Per una coincidenza a posteriori veramente bizzarra gli altri megaospiti stranieri di quella sgangherata trasmissione furono proprio i Rem…
Primavera Sound, Barcelona 2013
Setlist: (Theme From Retro), Girls & Boys, Popscene, There’s No Other Way, Beetlebum, Out Of Time, Trimm Trabb, Caramel, Coffee & TV, Tender, Country House, Parklife, End Of A Century, This Is A Low -Encore – Under The Westway, For Tomorrow (Visit To Primrose Hill Extended), The Universal, Song 2
Quattordici anni dopo ci ritroviamo. Invecchiati. (Io peggio indubbiamente) Ma dopo un iniziale imbarazzo l’abbraccio è di quelli caldi e sinceri.
E arriviamo ad oggi. Go Out è fuori. Niente di incredibile ma è un pezzo non banale da preferire a molte altre cose in circolazione che giocano “sicuro”. Una certezza a cui (ri)aggrapparsi.
Il nuovo album esce il 27/4 e saremo lì in tanti, innamorati o semplici compagni di percorso.
Una passione con la p minuscola ma che fa parte in maniera indiscutibile della mia Vita.
Blur – Go Out
Yung- Nobody Cares
Semplicemente una bomba. Da Aarhus, Danimarca.
Parte arpeggiato, si trasforma in un invito a pogare, si arresta, cambia strada e si conclude come un inno generazionale con quel “Nobody Cares” urlato parossisticamente.
In mezzo tante di quelle idee da riempirci un album e una giostra impazzita di riferimenti inglesi, americani e australiani.
Impensabile perderseli al prossimo Beaches Brew.
Cheatahs – Sunne
Lo so, lo so. Loveless. My Bloody Valentine. Lazarus. Boo Radleys, blah, blah. Chissenefrega. Tipiche sonorità che su di me hanno lo stesso effetto della presa del dito Wuxi…Kung Fu Panda anyone? Insomma, Skatoosh! Tornano i Cheathas con 4 tracce che compongono il Sunne Ep e mi spaccano il cuore in due un’altra volta.
Il tutto incomprensibile per chi guarda da fuori, come il vero amore d’altronde.
Krill – Tiger
Chissà se ne hanno venduta almeno una delle mozzarelle nelle quali avevano posizionato una chiavetta usb con la loro musica..
Dall’eccellente Exploding In Sound Records di Brooklyn, dalla quale sono in arrivo anche i potentissimi Pile, i Krill si ripresentano dopo l’interessante ma incompiuto Lucky Leaves del 2012.
Chitarre storte, melodie accennate, potenza trattenuta. Tiger si ferma un attimo prima di diventare un pezzo dei fratelli Kinsella, un attimo prima di diventare un pezzo dei Pavement, un attimo dopo avermi fatto (quasi) innamorare.
Boxed In – All Your Love Is Gone
Ricordo un’assurda trasferta di mezza estate, diversi anni fa, ad Arezzo per vedere gli Lcd Soundsystem che avevano pubblicato da poco tempo il primo album e una manciata di singoli. Partenza a metà pomeriggio, autostrada imballata. Caldo africano.
Nell’incantevole (!) cornice dello stadio comunale James Murphy e soci mi acchiapparono letteralmente braccia e gambe scaraventandomi in un’insensata, irrefrenabile danza. Alcune ore dopo, a notte fonda, il ritorno a Bologna sulla multipla del mio amico Marco, ovviamente placidamente addormentato accanto a me, si trasformò in un’ epica battaglia con il sonno che se l’avessi persa non sarei ora qui a raccontare.
E i Boxed In? Ah, ok. Sono inglesi, nell’album vogliono giocare a fare i Disclosure con poca fortuna ma questo pezzo, ogni volta, mi fa sentire allo stadio comunale di Arezzo e mi dipinge un sorriso malinconico sulle labbra.
Massimiliano Bucchieri