Lo so, avete ascoltato tanta musica quest’anno. Cose differenti, probabilmente. Tanti buoni dischi, magari.
Ma non sarete comunque preparati a tenere botta ai Sleaford Mods. No, veramente, questa band è un pugno nello stomaco. Proprio così, un cazzotto che toglie il respiro e fa cadere sulle ginocchia.
Si vorrebbe girare la testa da un’altra parte, tornare velocemente alle nostre piccole e rassicuranti certezze da classe media che ama i dischi in vinile, Shoreditch e le classifiche di fine anno. Invece si preme play un’altra volta. Booooom! A terra, di nuovo!
Sleaford Mods è un giro di basso da due accordi, è una voce sguaiata che ci manda affanculo, é un beat ripetitivo che arriva a scuotere le nostre vite. Sleaford Mods éèbirra calda bevuta dalla lattina, Sleaford Mods è punk. Senza chitarre ma punk come non lo è stata nessun altra cosa negli ultimi anni.
Sleaford Mods è la band di Jason & Fearny. Guardateli in fotografia o magari in un video. Non scherzano affatto, non sono qui per intrattenerci, non ne sarebbero capaci. “Cazzo ridi?” è quello che ti dicono guardandoti dritto negli occhi se provi a metterla sul leggero: qualche sprovveduto ad un recente concerto se ne è immediatamente reso conto. Non è una band da battute di spirito.
E’ l’Inghilterra dei sussidi di disoccupazione, del coma etilico e dei siti industriali dismessi. Del profondo nord raccontato come faceva Mark E Smith. Condizione dell’anima più che geografica, naturalmente.
Sleaford Mods è il disco che va ascoltato quest’anno, senza nessun dubbio, senza nessun timore. Se sarà nuovamente tempo di barricate i Sleaford Mods ci indicano semplicemente da che parte stare. La colonna sonora non sarà un problema, a quanto pare.
Cesare Lorenzi
L’album è intitolato “Austerity Dogs”. Si attende una ristampa in vinile per la fine dell’anno.