
Whatever happened to the heroes?
The Stranglers, 1977
Supponiamo che tra i miei amici ne avessi 10 di età sotto i 30, anzi no facciamo anche 35 anni, con una asserita passione per la musica indie (lo so, il termine non descrive più nulla ma ancora non mi viene in mente nessun altro aggettivo per sostituirlo, se avete suggerimenti sono ben accetti). Immaginiamo anche che un giorno, spinto da motivi chiari soltanto a me stesso, decidessi di chiedere loro un’opinione circa uno come Ian Svenonius. A bruciapelo senza un tablet, un pc, uno smartphone a portata di mano: niente wikipedia, allmusic.com, pitchfork, neppure uno Scaruffi qualunque in grado di bonificare con un clic il collettivo vuoto di conoscenza (e di coscienza). Se lo facessi credo – anzi sono certo – che non più di 2 su 10 saprebbero articolare una risposta in grado di dimostrare una cognizione di causa sia pur minima al riguardo. Temo succederebbe la stessa cosa se al posto di Ian Svenonius nominassi Calvin Johnson.
Detto che:
a) tra i pochi personaggi che in qualche modo hanno indirizzato in questi molti anni la mia idea di come la musica dovrebbe essere intesa, Ian Svenonius e Calvin Johnson occupano un ruolo di chiara rilevanza;
b) i due personaggi di cui sopra sono da almeno un quarto di secolo tra i principali punti di riferimento della scena indie rock americana, sia per i tanti dischi pubblicati con le band da loro guidate che per le idee professate con ogni mezzo necessario. In caso di obiezioni al riguardo, quale certificazione di qualità scorrete l’elenco di etichette discografiche che si sono impegnate a pubblicare i dischi di Svenonius nell’inventario posto in calce a queste poche righe (i libri scritti dall’uomo valgono giusto un pelo meno della sua musica, ma siamo lì, su questo quale attestazione di qualità vi deve necessariamente bastare il mio giudizio);
il fatto che nella mia congettura siano entrambi ignorati dalla grande maggioranza di persone titolari delle caratteristiche in premessa, significa sostanzialmente due cose, diverse ma probabilmente complementari tra loro:
1) non è più tempo per gli eroi
2) oggigiorno la musica è solamente musica, fine a se stessa. A pochi interessa il fatto che sia un veicolo adatto a trasportare ANCHE altre cose (cultura? arte? politica? in altre parole che possa essere uno strumento in grado di fornire una chiave di lettura della vita di tutti i giorni diversa da quella standard che viene assegnata in dotazione ad ogni essere vivente).
Il che non è necessariamente un male, solo un dato di fatto di cui tenere conto.
In ogni caso è un indizio di come oggi ci si avvicina alla musica con una visione molto, molto diversa da quella con cui sono cresciuto e con cui io sono stato abituato a convivere.
Oppure è solo che mi sono fatto un quadro sbagliato e pessimistico e la maggior parte dei miei amici ha tra i suoi dischi una stampa di Sound Verite e tiene una copia di Psychic Soviet sul comodino. In questo caso il prossimo giro a banco lo offro io.
Ian Svenonius con i Nation of Ulysses:
–13 Point Program to Destroy America (Dischord, 1991)
–Plays Pretty for Baby (Dischord, 1992)
–The Embassy Tapes (Dischord, 2000)
Ian Svenonius con i Cupid Car Club
–Join Our Club (Kill Rock Stars, 1993)
Ian Svenonius con i Make-Up:
–Destination: Love – Live! At Cold Rice (Dischord, 1996)
–After Dark (Dischord, 1997)
–Sound Verite (K, 1997)
–In Mass Mind (Dischord, 1998)
–Save Yourself (K, 1999)
–I Want Some (K, 1999)
–Untouchable Sound (Drag City, 2006)
Ian Svenonius con i Weird War:
–Weird War (Drag City, 2002)
–If You Can’t Beat ‘em, Bite’em (Drag City, 2004)
–Illuiminated by the Light (Drag City, 2005)
Ian Svenonius con gli Scene Creamers:
–I Suck on that Emotion (Drag City, 2003)
Ian Svenonius con i Chain and the Gang:
–Down with Liberty…Up with Chains! (K, 2009)
–Music’s not for Everyone (K, 2011)
–In Cold Blood (K, 2012)
–Minimum Rock’n’Roll (Dischord, 2014)
Ian Svenonius con gli XYZ:
–XYZ (Mono-tone, 2014)
Ian Svenonius e i libri:
–The Psychic Soviet (Drag City, 2006)
–Supernatural Strategies for Making a Rock’n’Roll Group (Akashic, 2013)
–Censorship Now! (Akashic, in uscita ad ottobre 2015)
XYZ “Bubblegum“
Con me Svenonius non si accontenta del risultato già abbondantemente acquisito ma vuole stravincere. Come quelle squadre che sul cinque a zero in loro favore continuano ad attaccare e non sono mai sazie. Lo fa decidendo di citare Alan Vega accoppiandosi con un amico francese: synth che sostengono una struttura scheletrica e la sua voce che al solito recita omelie. Per come la vedo io, irresistibile.
Young Guv “Crushing Sensation“
Ho sempre avuto un rapporto strano con i Fucked Up. La voce del cantante ciccione è di quelle che non vorrei mai sentire e mi urta i nervi ma lui mi sta simpaticissimo. La loro musica mediamente mi piace, a tratti anzi mi piace molto. Ho sempre trovato che nella sua struttura quasi hc punk avesse comunque qualche sua radice infilata nell’indie inglese di metà 80’s, radici peraltro non disconosciute dal gruppo con la scelta di alcune cover di cui in passato qui abbiamo già scritto (Shop Assistants e Another Sunny Day in particolare). Il progetto solista del loro chitarrista Ben Cook (in uscita non a caso per Slumberland) va anche oltre, con il falsetto disco anni ’70 utilizzato da lui (o chiunque altro sia a cantare) in totale antitesi alla voce da cavernicolo del suo capo nei Fucked Up. Disimpegno divertente.
Playlounge “Skulls“
Farsi trasportare dai collegamenti passando da un gruppo all’altro nella ragnatela di rimandi in rete. Vorrei incollare qui certe periodiche conversazioni telematiche con un paio di amici che sembrano partite a tennis con continue ribattute l’uno ai nomi proposti dall’altro. A questi Playlounge da Londra sud poi traslocati come tutti a nord, direzione Shoreditch, ci sono arrivato perché di recente hanno suonato assieme ai Best Friends, gruppo di cui già abbiamo parlato da queste parti. Qualcosa dei Los Campesinos, qualcosa dei Joanna Gruesome, qualcosa dei Therapy. Metronomici, violenti e melodici quanto basta.
Westkust “Swirl“
Ogni tanto la Svezia la perdo di vista e mi pare non accada più nulla da quelle parti. Del resto tutto quello che deve succedere ora sta succedendo in Danimarca. Poi mi capita tra capo e collo una canzone così e mi si risveglia la voglia di Shout Out Louds, Love Is All e Radio Dept. Voci che si scambiano, chitarre che corrono, piedi che schiacciano distorsori e batteria che pianta chiodi. Il 22 aprile uscirà il loro disco, sarà aperto da questa canzone che lo anticiperà anche come singolo. Ci conto.
Novella “Land Gone“
“Novella-Psyche dream pop in full overdrive – sounds like The Passions in a head on collision with Neu! on an East London Autobahn (if such a place exists!) – we love it” – Bobby
Il like sulla pagina facebook dei Primal Scream mi serve soprattutto per tener dietro alle segnalazioni di Bobby Gillespie. Che prima ancora che musicista è sempre stato un grande appassionato di musica: di ogni genere e di ogni epoca (a chi altri sarebbe venuto in mente di citare i Passions?!). E raramente ha sbagliato. In questo caso sinceramente non sento nulla che già non abbia ascoltato dentro un qualunque singolo delle Lush o più recentemente delle Dum Dum Girls. Però, altrettanto sinceramente, io un gruppo segnalato da Gillespie con quattro ragazze carine in formazione non lo lascio in un angolo.
Arturo Compagnoni