Ci sono giorni in cui hai talmente tanto dentro che il mondo là fuori sembra inaffrontabile, che il cielo grigio è lo specchio perfetto di quel che hai dentro, che la pioggia non dà nemmeno fastidio per quanto sorda e cieca tu riesca a diventare al mondo.
Giorni in cui vorresti sederti in un angolo, aspettare che finisca l’inverno, che finisca l’intero anno o l’intero decennio pur di non dover ancora e ancora sopportare e ancora e ancora combattere. Ci sono giorni in cui ti alzi e ti stampi in faccia un sorriso che se lo guardassero gli occhi di un bambino piangerebbe inconsolabilmente dalla paura.
Ci sono giorni in cui non sei tu: è il mondo, è la vita, è il karma o forse solo un flusso di eventi nel quale ti sei accidentalmente ritrovato, ma che non ha niente a che vedere con te, con quello che sei, con quello che immaginavi saresti stato o avresti mai voluto.
E allora respiri, prendi fiato, riempi i polmoni più di coraggio che di aria e stai attento a non farti fottere dalla speranza che domani vada meglio, che quella puttana è fin troppo brava a togliere e mai a dare se finisci per farci troppo affidamento.
New Order- Blue Monday
Affronti le giornate come fossero macigni, guardi gli altri esseri umani come fossero lampadine spente mentre tutto ciò di cui avresti bisogno è un po’ di luce, un po’ di calore.
E nessuno che si accorga mai che siamo tutti meno forti di quello che sembriamo: siamo fragili, fugaci ed effimeri, combattiamo battaglie quotidiane per le quali nessuno ci ha mai preparato, nessuno ci ha mai armato, con le sole nostre forze che poi sprechiamo più a lamentarci per quanto siano difficili quelle battaglie che a combatterle davvero.
Arcade Fire – My body is a cage
La condivisione della gioia, del bello, del positivo, porta presenza e calore. La condivisione del tormento, del disagio, dell’inadeguatezza percepita e subita, porta buio e disincanto. Nessuno vuole il tuo buio, nessuno vuole il tuo disincanto. Nessuno vuole ascoltare le tue lamentele, i tuoi piagnistei, non importa quanto tu ne abbia diritto, non importa cosa tu stia vivendo: ognuno ha la propria croce, e la propria croce è sempre più grande e più pesante di quella dell’altro (quella, invece, la gestiremmo tutti con l’audace maestria di chi i problemi sa solo giudicarli, mai capirli davvero).
I tuoi drammi, le tue angosce, i tuoi lamenti, sono solo tuoi e puoi solo pregare che non lo siano per sempre, ma imparare ad accettarli è tutto quel che ti è concesso fare.
Baustelle – Andarsene così
E allora devi ridere, devi ridere su tutto e di tutto: su quello spazzolino in più che un tempo ti dava gioia vedere nel tuo bagno al mattino, nella casa in cui vivi da sola, e che adesso usi per togliere lo sporco dalle fessure più piccole, anguste e impossibili da raggiungere.
Devi ridere sul sentirti dire che forse è il momento di farsi tante domande, di mettere in dubbio le tue capacità, di chiedersi se sei adatta al mondo che hai scelto. Perché ovviamente se inizi a chiederti come mai le cose vanno in un certo modo miracolosamente le risposte arriveranno, tutto cambierà, arriverà la primavera e fioriranno i ciliegi.
Devi ridere delle assenze, delle mancanze, delle incomprensioni. Del fatto che quando tutto quello di cui avresti bisogno è un abbraccio, arriva l’ennesima strigliata perché non è con il broncio che si affronta la vita.
Devi ridere del capo che ti tratta come “il pakistano che porta i panini a pranzo”, della collega che ti tratta come se non avrai mai alcun valore al mondo.
Devi ridere perché questo è un mondo che non accetta la tristezza, è un mondo che non accetta la resa, è un mondo che non da pausa, nemmeno per un momento.
Devi ridere perché il tuo ragazzo non vorrà mai una persona che si lamenti e autocommiseri, vorrà proattività, forza, volontà, coraggio e determinazione.
Devi ridere perché tua madre non pensi che alla soglia dei trent’anni senti e patisci che della vita non hai capito un cazzo, che ti sei arenata su uno scoglio e ti fa paura persino provare a mettere un piede nell’acqua. Devi ridere nonostante tu sia in mare aperto e nessuno ti abbia mai insegnato a nuotare.
Devi ridere per non essere un peso, per non essere un problema. Devi ridere per accettare che le maschere servono a non mostrare i volti che nessuno vuole vedere, dei quali a nessuno importa.
Cigarettes after sex – Apocalypse
E poi devi fermarti, respirare ancora, e stavolta portar dentro solo silenzio. E con quel silenzio devi fare solo ciò che può davvero far bene a te, che può darti pace, che può darti vita: e allora piangi, o corri, o leggi, o rivedi per la milionesima volta i film con cui sei cresciuta da bambina che ti riportino tanti di quei bellissimi ricordi che forse, pensi, persino nella realtà i Patronus esistono davvero.
Ti rialzi, ti rimbocchi le maniche, conti su l’unica persona sulla quale puoi contare nonostante le mille intorno che sai essere tu, tu e nessun altro. Ci riprovi ancora e ancora ad affrontare una vita che è tutta una beffarda presa in giro, ingiusta e malefica come nemmeno la peggiore trama fiabesca avrebbe saputo dipingerla.
E poi, alla fine, quando avrai abbastanza forza da affrontare ancora e ancora tutto questo, dovrai fare una scelta.
Puoi spiegare che non c’è niente di sbagliato nel soffrire, non c’è demonizzazione nella tristezza, non c’è colpa, non c’è vergogna, puoi tentare di raccontare il tuo mondo, quello che provi, quello che vivi. O puoi tacere, tacere per far un favore a te stessa e a nessun altro che tanto non sarebbe in grado di capire, non sarebbe in grado di cambiare o, peggio, non ne avrebbe nessuna voglia, nessuna intenzione, nessun reale motivo.
Godspeed you! Black emperor – We drift like worried fire
Roberta Gallo*
*La musica non dovrebbe mai essere solo un sottofondo quando la si ascolta, dovrebbe dar voce a tutto quello che non riusciamo a esprimere, a ciò che teniamo dentro bloccato nella speranza si tramuti in altro. Io faccio questo, scrivo non di musica ma grazie alla musica, grazie a tutto il bello che ogni pezzo che amo riesce a trasmettermi.
Laureata in lettere, amante del latino, finita nel web marketing perché la vita a volte fa scherzi davvero strani. Scrivo sempre per qualcuno o per qualcosa, soprattutto quando penso che non dovrei farlo.