Per quanto riguarda noi di Sniffin’ Glucose la musica non è mai un sottofondo.
E’ una colonna sonora costante delle nostre giornate.
Ne scandisce ogni singolo momento, condiziona l’umore, risucchia quantità di tempo e denaro impressionanti.
Potremmo affermare senza timore di smentita che la musica definisce le nostre vite così come sono, per quello che sono.
Ne’ più ne’ meno.
Così ogni 30 giorni scrivere a turno di 5 canzoni che in qualche modo hanno per noi rivestito una particolare per quanto soggettiva importanza nel mese precedente ci pare un modo per fare il punto non solo sui nostri ascolti ma sulle nostre vite in generale.
Su quello che ci è successo e su come è successo.
Sniffin’ Glucose
Keel%20Her
E’ stato il febbraio più caldo che io ricordi.
Sono uscite un sacco di canzoni ma pochi dischi.
Una volta le canzoni uscivano assieme ai dischi, anzi no dentro ai dischi.
Ora arrivano prima, sparpagliate una ad una e un pò rovinano la sorpresa.

Real Estate  Talking Backwards

Alla musica ho cominciato ad avvicinarmi partendo dal punk, poi crescendo sono sempre stato troppo pigro e poco interessato per farmi coinvolgere nel cercare di capire come si suona uno strumento.
Quindi di fingerpicking, pentagrammi, strumming e accordature continuo a non capirci una sega: la tecnica proprio non sono in grado di apprezzarla.
Quando metto su un disco difficilmente mi fermo ad ascoltare il suono dei singoli strumenti, di solito è l’insieme che mi intriga. Tuttavia alcune canzoni possiedono momenti in cui un loro preciso passaggio mi affascina in maniera totale. Di solito è la chitarra che assolve questo ruolo di magnete per la mia attenzione. Mi viene in mente il riff di Marquee Moon per citare un esempio decisamente alto e noto (spero) a chiunque.
Lungi da me paragonare i Real Estate ai Television, ma in questa canzone c’è un giro di chitarra semplice semplice, un arpeggio che parte subito all’inizio, morbido e allegro poi ritorna poi scompare di nuovo dopo 3 minuti e 8 secondi di pura pefezione pop.
Che lascia lì a volerne ancora e ancora.

Cloud Nothings  I’m not Part of Me

Voglia di saltare e di urlare.
Un mio amico mi ha fatto notare che sembra un pezzo dei Green Day.
Pazienza.

 Temples Mesmerise

Una volta girava una foto di Bobby Gillespie con indosso una t-shirt su cui era stampato lo slogan “Kill All Hippies”.
Sul tema, evidentemente a lui caro, l’uomo ha pure scritto una canzone piazzandola in apertura di un disco dei Primal Scream.
Posto che a me Gillespie è sempre piaciuto e detto che ormai da un pezzo per quanto riguarda i nuovi dischi è necessariamente tutta una questione di ricorsi storici e retromanie assortite, affermo qui e senza remore che se devo scegliere sceglierò ora e sempre un gruppo il cui luogo ed epoca di riferimento siano Manchester e il 1979 piuttosto di uno che  affondi le proprie radici nella California del 1967.
Chiarito ciò i Temples, che stando a quanto ho appena scritto non avrebbero esattamente le caratteristiche giuste per piacermi, centrano il punto alla grande semplicemente perché sanno come si scrive una canzone.
Anche se a occhio mi sembrano dei figli dei fiori fuori tempo massimo e copie brit (di conseguenza pop) dei Tame Impala.

Keel Her  Riot Grrrl

Rose Keeler-Schäffeler arriva da Brighton ed è la cosa migliore che mi sia capitata in questo primo scorcio di anno.
Probabile che queste settimane per me non siano state particolarmente eccitanti, ma può anche essere che lei sia proprio quel tipo di roba di cui ho bisogno ora.
Del resto una frase come fuck me in the backseat, I’m so bored rispecchia abbastanza fedelmente i miei desideri ed il mio stato d’animo in questo periodo.
La musica poi è come se inquadrasse Bratmobile e Jay Reatard dall’angolo in cui sono impilati i dischi di Pastels, Shop Assistants e Talulah Gosh: roba mia al 100% insomma.
Lei è in giro dal 2012 e per un certo periodo, anche abbastanza lungo, ha pubblicato una canzone al giorno sul suo Bandcamp. Se aprite la pagina ci sono 21 dischi da scaricare e il primo porta la data di agosto 2011.
Mi sorge spontanea una domanda: dove cazzo ero io nel frattempo per non accorgermi di lei?

Eagulls  Possessed
Gli Eagulls sono di Leeds. Il che significa che per questa rubrica oggi ho scelto 3 robe inglesi su 5. Penso che la volta precedente in cui ho selezionato 3 canzoni inglesi in una playlist a 5 sia stato tipo l’inizio degli anni ’90.
Non credo che ciò significhi nulla, anche perché le 3 canzoni elencate qui sono molto diverse tra loro e almeno 2 su 3 ritengo resteranno in una posizione che in una ipotetica classifica degli ascolti collettivi andrà dal molto secondario al totalmente marginale, ergo non è supponibile ipotizzare rinascite o nuovi movimenti in arrivo da casa madre Albione.
In ogni caso gli Eagulls hanno un bel tiro e sino ad oggi – prima dell’uscita del loro album in cui è contenuta questa canzone – hanno pubblicato su disco 2 cover: Requiem dei Killing Joke (sul retro del loro primo 7″) e Mystery dei Wipers nel 12″ splittato con i Mazes.
Dal mio punto di vista indubbiamente una eccellente dimostrazione di buon gusto.

Arturo Compagnoni


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