La mia nuova casa è piena di aspergilli che contaminano odorosi quasi tutte le superfici. È stata costruita nei primi del novecento e come molte altre case bolognesi lasciate in uso alle fronde di studenti fuorisede, versa in un grave stato di decomposizione e abbandono.
Il mio materasso è lo stesso che ha custodito i sogni di altre dieci persone prima di me, e tra le mie idee notturne e loro c’è solo un sottile strato di cotone e poliestere.
Da quando abito qui, i miei vestiti hanno assunto un profumo atavico che mi ricorda quello della casa di montagna dei miei nonni nella quale trascorrevo l’estate da bambina, che sa di muffa e favole lette su un sussidiario, e di benessere interiore tipico di quell’età in cui ancora non si vive pressati dall’ansia dei progetti, ma si è sordamente concentrati solo sull’istante presente.
Da piccola non ho mai pensato in maniera cosciente al mio futuro, non che io ricordi.
A otto anni al massimo facevo castelli di playmobil in aria e recitavo stornelli di quartine ispirate ai cartoni musicati dai Raggi Fotonici.
Al di la dell’oceano invece una versione più smaliziata e consapevole della sottoscritta aveva già le idee chiare sul suo futuro e i piedi ben piantati nelle aspettative di una madre cantante e di un patrigno proprietario di uno studio di registrazione:
Chrysta Bell nell’88 è una bimba prodigio e come Cristina Aguilera e Britney Spears studia canto, ballo e recitazione .
Scevra dai fragorosi vantaggi offerti a tutti quelli che provengono dalla scuola Disney, la nostra Bell ha però trovato in seguito l’appoggio di una religione ben più efficace.
“Chrysta Bell looks like a dream and Chrysta Bell Sings like a dream. And the dream is coming true.” – David Lynch
Chrysta Bell a soli diciannove anni canta in una swing jazz band con fama internazionale e nome felliniano, gli 8 ½ Souvenirs.
Grazie a questa esperienza viene notata da Bud Pruger, manager dei Megadeath, e da Brian Loucks della Creative Artists Agency, i quali la ingaggiano e la presentano a David Lynch.
Da questa amicizia nasce la stretta collaborazione che la porterà nel 2006 a registrare parte della colonna sonora di Inland Empire e nel 2011 a scrivere insieme allo stesso Lynch le 11 canzoni che ora sta portando sui palchi di tutta Europa. This Train è un album raffinato, carico di atmosfere oscure e attraenti, di un rock tarantiniano che inneggia all’elettronica di Portishead ed Everything But The Girl.
La sua esibizione del 10 Aprile al Bravo Caffè di Bologna è stata preceduta da un’intervista alla galleria ONO nella quale Chrysta Bell appare per quello che realmente è, al di là dell’immagine da Chanteuse di cui si è equipaggiata: è autoreferenziale quando parla di Lynch, si definisce “La sua Musa” ma non dice di non essere l’unica:
E’ una persona razionale che ha fatto della musica il suo lavoro e che ha voluto confezionare un “prodotto” di alta qualità puntando tutto sulla sua voce e sulla collaborazione con un regista, che dice lei ” ha tirato fuori un lato di me che non conoscevo, qualcosa che lui vede in me è che io vorrei essere“.
La musica al di là dei generi, la possiamo dividere in due categorie.
Una che chiamerei primaria, frutto della personalità, del vissuto e dell’urgenza espressiva di un musicista, e una secondaria che invece nasce pianificata a tavolino, un feticcio più che una panacea, e che per quanto ricercato o radio friendly, rischia comunque di avere il retrogusto del falso, dell’artificioso e della fesseria imbottita.
La verità su Chrysta Bell è un’altra. Una terza via.
Crhysta Bell è un’artista che allena il suo talento con estro e ferrea disciplina.
E il risultato è maggiore della somma delle sue parti.
Mrs. Gtatto