Vaselines
Vaselines

Volevo scrivere del nuovo album dei Vaselines. Finirò per parlare dei Nirvana. Del perché Kurt Cobain e compagni sono diventati punto di riferimento per una generazione di indie-kids anche grazie ai Vaselines. O quantomeno perché é stato così per noi di Sniffin’ Glucose. Dopotutto sono vicende, quelle delle due band in questione, che ad un certo punto hanno finito per intrecciarsi in maniera indissolubile.

Dobbiamo partire da lontano: fine anni ottanta, alba dei novanta. Bologna, una piccola e gloriosa radio indipendente. Nessuna rete, nessun network, solo 2 microfoni, una marea di cassette e di cd. Una trasmissione settimanale che ha dato il via ad una storia che dura tuttora, 25 anni dopo. Dalla radio, alla stampa specializzata, fino all’ attuale formato del blog. Due voci: la mia e quella di Arturo Compagnoni. Erano scalette di indie pop. Si passavano i 45 giri della Sarah Records e della Creation. Le band che poi finirono in quella mitica compilation del NME, la generazione C86, erano il nostro vangelo. Passavamo i Vaselines. Glasgow e la Scozia in generale erano nella mia testa i migliori posti sulla faccia della terra. Seattle non sapevo neppure dove stava sulla carta geografica, figuriamoci. Ma non sarebbe stato così ancora per molto.

C’é stato un momento nel quale le cose hanno iniziato a non definirsi più in maniera così netta. Succedeva, per esempio, che trovavi un brano delle Shonen Knife in una compilation targata Sub Pop e che improvvisamente chi ti aveva fatto conoscere le Shop Assistants ti proponesse qualche oscuro gruppo del nord ovest americano.

Quando uscì Bleach, il debutto di Cobain e soci, lo passammo in radio immediatamente, i tempi erano maturi, la nostra predisposizione era ormai mutata. About a Girl, in particolare, divenne uno dei brani più trasmessi in assoluto. Non a caso la canzone pop dell’album. Quella che più si avvicinava ai nostri canoni estetici di gente che i Black Sabbath non sapeva neppure che faccia avessero. Arrivavamo agli Hüsker Dü e ai Sonic Youth, quello era il nostro confine, il nostro limite. Quanto abbiamo amato quel disco, però. Nonostante il fatto che ne parlasse anche Kerrang (ndr: rivista metal, hard-rock inglese) e questo ci spaventava non poco. Snob del cazzo si nasce, probabilmente.

Alla fine Bleach é il disco dei Nirvana che ho ascoltato di più e probabilmente il migliore della band. Ma all’epoca speravo che sotto sotto il gruppo decidesse di suonare quel pop abrasivo ma contagioso di cui About a Girl era perfetta rappresentazione. Il passo successivo mi accontentò in maniera definitiva. Uscì un singolo, Sliver, che oltre a diventare la mia canzone preferita sancì in maniera definitiva quello che avrei voluto ascoltare da quel momento in avanti. Era il settembre del 1990 e quella canzone divenne presenza immancabile per mesi a venire nella nostra programmazione radiofonica.

A quel punto i dischi targati Sub Pop fecero ufficialmente ingresso nel nostro mondo. Un bel terremoto per chi, come noi, era convinto che la Scozia fosse veramente il posto musicalmente più eccitante dell’universo.

Qualche mese dopo ci ritrovammo in mezzo al fango della campagna inglese, per un festival che ci chiarì definitivamente come tutta quella confusione geografica poteva coniugarsi senza problemi da un punto di vista strettamente musicale. Nevermind sarebbe uscito qualche settimana dopo quando vedemmo Cobain e soci calcare il palcoscenico di Reading. Ascoltare per la prima volta quelle canzoni ancora inedite, stravolte da un’energia senza limiti, ci lasciò letteralmente in ginocchio. Ricordo solo che ogni tanto mi giravo verso Arturo e Massimiliano scuotendo la testa, incapace di comunicare qualsiasi cosa. La gola stretta da una commozione che poche altre volte mi é capitato di provare. Non c’é niente che odio di più della retorica legata alla presunta magia della musica, credetemi. Ma in questo caso mi rendo conto di caderci colpevolmente dentro con tutti e due i piedi. Vi lascio poi immaginare quando, mi pare di ricordare verso metà concerto, Cobain chiamò Eugene Kelly dei Vaselines sul palco.

Cobain e Kelly a Reading 1991
Cobain e Kelly a Reading 1991

In quel momento ero assolutamente certo che ciò stava accadendo solamente perché mi trovavo lì, io, in compagnia di Arturo e Massimiliano. Fu come se tutti i nostri ascolti, le nostre passioni, le nostre vite si ritrovassero condensate in un istante perfetto. Cantammo Molly’s Lips, che per noi era una specie di inno, con tutta la voce che avevamo in corpo, travolti da un pogo dalle proporzioni epiche. A pensarci ora, quel momento, é stato con tutta probabilità uno degli istanti che più si sono avvicinati ad un ipotetico concetto di felicità assoluta.

Cobain in quell’istante regalò un secondo di dignità che non pensavamo nemmeno di meritare. Persi come eravamo in quelle oscure canzoncine innocue, consapevoli che già farle uscire dalla nostra camera da letto era un mezzo miracolo. I Vaselines divennero improvvisamente una band di culto che, figurarsi, non furono in grado di sfruttare in nessun modo. Se non per qualche ristampa senza fortuna del loro catalogo fatto di una manciata di canzoni.

Vaselines 2014
Vaselines 2014

Ricomparvero nel 2010 con un nuovo album (Sex with an X) dignitoso. Ci riprovano ora con un disco, dicono, ispirato ai Ramones. Ho sentito il brano che lo anticipa e sinceramente non riesco a rimanerne indifferente. Non che la canzone in sé mi dica qualcosa di nuovo o che mi entusiasmi particolarmente. Mi procura la stessa reazione di quando capita di trovarsi di fronte ad un amico che non capita di vedere da un po’. Ci si rende conto immediatamente che il feeling é rimasto intatto. La mancata frequentazione è probabilmente la conseguenza di esistenze e di scelte che non sono razionalmente giustificabili.

In quei casi non rimane che far finta di niente, come se il tempo non fosse passato, e lasciarsi andare ad un abbraccio sincero. Cosa succederà in seguito nessuno lo sa. Ma non é che abbia tutta questa importanza.

CESARE LORENZI

Il nuovo album dei Vaselines, “V for Vaselines”, uscirá il 29 settembre.


Una replica a “V for NirVana”

  1. Avatar indie pop ain’t noise pollution (parte 3) 30-21 | SNIFFIN' GLUCOSE

    […] stato detto meglio e più appassionatamente da Cesare Lorenzi su queste pagine non molto tempo fa. https://sniffinglucose.com/2014/07/02/v-for-nirvana/ (M.B.) Il giorno in cui Eugene Kelly venne a suonare al Covo, inutile dirlo, io c’ero. Era […]

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