violent femmes
Violent Femmes

Continuo a pensare che ognuno di noi dovrebbe scrivere una sorta di proprio diario musicale.
Un diario pieno di vinili scartati e presi tra le mani per la prima volta, di concerti visti, di pazzie fatte per raggiungere determinate location e aneddoti infiniti che ci legano intorno a quel filo conduttore che chiamiamo musica.
Un capitolo più intimo potrebbe essere dedicato alla nostra formazione, per approfondire come sono nati i nostri gusti, le corde emotive toccate che ci hanno unito ad un mondo e forse diviso da un altro. E ancora soffermarsi sulle persone e sulle occasioni che probabilmente hanno forgiato per sempre le nostre passioni.
Un altro capitolo di questi ipotetici diari potrebbe essere speso per i luoghi.
Mi è capitato di ripensare a queste considerazioni poche settimane fa . L’occasione assolutamente fortuita è stata l’avere incrociato su un sentiero di alta montagna un ragazzino di non più di 16 anni in camminata solitaria e intento ad ascoltare musica in cuffia (che ahimè non sono riuscito a percepire nel breve incontro, ma mi piace pensare che ascoltasse gli Smiths per rendere queste mie righe più epiche).
Gli elementi di mio riconoscimento in quel ragazzo c’erano tutti : pallore epocale in viso, maglietta trasandata (nel suo caso quella dei Ramones), cuffie, sentiero in solitaria.
E così dopo anni che questa immagine non mi tornava in mente , mi sono ricordato di tutte le estati a metà/fine anni ’80 passate in vacanza in montagna con i miei genitori (Dio li abbia in gloria).
Portare un adolescente in borghi trentini senza altri amici può essere gesto delittuoso ma ricordo che alla fine le estati passavano piuttosto serene e che uno dei motivi principali del benessere era rappresentato dalla musica che mi accompagnava in quei giorni e la preparazione del tutto.
La preparazione delle compilation estive era una sorta di rito da rispettare con religiosità estrema.
Era il momento del walkman e le cassette dovevano essere rigorosamente di non più di 60 minuti. La scelta di una cassetta da 90’ (o addirittura 120’) aumentava in maniera esponenziale il rischio di sfilacciamento del nastro che potevi sì salvare con maestria grazie alla sapiente rotazione di una penna bic, ma il probabile danneggiamento del nastro avrebbe avvicinato la voce di Ian McCulloch a quella dei Muppets, con effetti nefasti sul brano così amato.
Anyway, il sottoscritto preparava solitamente 2 cassette. In una erano contenuti i “must” i pezzi preferiti del momento. Nell’altra quei brani che potevano diventarlo.
Poi il luogo ed il momento (l’estate) facevano il resto.
E così un brano semplice e fino a quel momento sottovalutato come Driver 8 dei REM diventava uno dei motivi principali per svegliarsi il giorno dopo. Oppure la voce di David Sylvian ascoltata in cuffia camminando in un bosco poteva metterti in condizioni tali da pensare che se tutto fosse finito in quel momento…andava poi bene anche così.
Pensando ai “miei” 5 pezzi di questa estate mi accorgo invece che l’introspezione della mia adolescenza ha fatto sempre più posto allo “snap” delle dita.

Ecco quindi i 5 pezzi che più mi hanno accompagnato in questa estate 2015
Estate che da oggi andiamo a riporre nella scatola dei ricordi.

COLLEEN GREEN – Whatever I Want

Nel già citato diario ognuno di noi dovrebbe anche fare una lista delle proprie canzoni pop che toccano o sfiorano la perfezione. Probabilmente scopriremmo che è spesso la semplicità a farla da padrone. Colleen Green a mio avviso scrive delle canzoni pop meravigliose e sono quasi certo che nemmeno lei lo sappia. Whatever I Want scorre in una maniera così piacevole da desiderare che il calendario si fissi per sempre sul mese di giugno

I’M FROM BARCELONA – Sirens

Ci sono dei pezzi che ci accompagnano durante l’estate e ci sono delle band che SONO l’estate.
Nel mio mondo immaginario ottimale droghe e antidepressivi non esisterebbero e sarebbero sostituiti dai concerti coatti.
Se sei in un periodo di merda il dottore dovrebbe importi di andare all’Hana Bi durante l’estate ad assistere ad un live di I’m from Barcelona. L’effetto euforico durerebbe almeno 3 mesi e poi torni dal medico che ti prescrive i Cloud Nothings oppure di andare a vedere un film con Bill Murray. Questo sarebbe il mio mondo ideale.
Growing up is for trees non raggiunge le vette dei precedenti lavori, ma alcuni brani tra cui Sirens ti fanno ripensare al fatto che con questo gruppo hai passato tra le serate estive più piacevoli degli ultimi anni.

VIOLENT FEMMES – Love Love Love Love Love

Della mia passione legata ai Violent Femmes avevo già scritto su queste pagine la scorsa primavera. Mi ha stupito che si sia parlato poco del loro ritorno sulla scena con 4 brani inediti dopo 15 anni. Anche perché a mio avviso i 4 brani sono uno più godevole dell’altro. Tra tutti scelgo Love Love Love Love Love …riportato e cantato 5 volte , senza virgole. Ognuno può darci il proprio significato. Un testo semplice da stampare e impararsi a memoria e mentre senti cantare Gordon Gano ti tornano in mente anche Jonathan Richman e Daniel Johnston e tutti coloro che hanno deciso di prendere un po’ della nostra pazzia e aiutarci facendola propria.

MODEST MOUSE – Lampshades on Fire

Non ho mai avuto esperienze da dj anche se non nascondo che mi piacerebbe presentarmi in una location sconosciuta con la mia playlist per capire le eventuali reazioni. Quest’estate avrei aperto forse con questo pezzo dei Modest Mouse che sul sottoscritto ha avuto effetti devastanti, ritrovandomi a saltare all’impazzata nonostante l’età sia più consona a quella di una partita di curling.
Sul “Push Push Push Push Push” sbraitato da Isaac Brock nell’ultima strofa, realizzi con assoluta certezza che potresti stoppare anche Pau Gasol al campetto.

THE TALLEST MAN ON EARTH – Singers

Non posso fuggire dalla mia anima folk, quando ci provo dopo poco tempo viene a reclamarmi.
Ogni volta è così. L’ultimo lavoro di Kristian Matsson forse non è molto consono alle pagine di SG
ma mi riporta ancora una volta a pensare che la musica è una cosa complicatamente molto semplice
e che bastano una chitarra e 3 accordi e sei di nuovo su quel sentiero di montagna ..e sono passati 5 minuti e non 30 anni.

Massimo Sterpi


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